L’Africa da indossare

Le stoffe africane sono amate in tutto il mondo: l’attenta lavorazione e l’esclusività dei materiali utilizzati le rendono perfette per realizzare capi da indossare.

I tessuti ad oggi più utilizzati per la realizzazione delle stoffe africane sono il cotone, materiale principale, e la seta, utilizzata sia per il ricamo sia per la tessitura.

Negli ultimi anni, date le molte richieste, sono aumentate le produzioni delle stoffe africane da parte degli artigiani locali, che le commerciano non solo nel continente africano ma in tutto il mondo. Questo ha permesso di preservare la tradizione africana della produzione artigianale di tessuti.

4 tessuti made in Africa per la realizzazione di vestiti

Per realizzare dei capi fatti a mano la scelta non manca: le stoffe sono molte e tutte hanno le loro caratteristiche e particolarità che le distinguono le une delle altre. Noi ne abbiamo selezionate 4 per raccontarvi la loro storia e i loro usi più comuni:

Wax

Prodotto per la prima volta da degli olandesi che si trovavano in Indonesia per replicare la tecnica di colorazione del batik giavanese, la storia del tessuto wax ebbe inizio nel diciannovesimo secolo.

Gli olandesi, affascinati dalla bellezza e dai colori vividi del batik, iniziarono una loro produzione con l’obiettivo di vendere la stoffa agli abitanti locali. Quando il tessuto wax fu pronto, però, non era più competitivo, così gli olandesi decisero di commercializzare il tessuto fuori dal continente, che arrivò così in Ghana. Inutile dire che gli abitanti africani se ne innamorarono a prima vista e che iniziarono una produzione locale del tessuto da commercializzare prima in Africa e poi in tutto il mondo.

Il Wax – che letteralmente significa cera, nome datogli per il suo processo di produzione – è una stoffa realizzata interamente in cotone e la sua particolarità sono i vivacissimi colori scelti per la sua creazione. Essendo un tessuto molto versatile, è possibile realizzare moltissimi articoli d’abbigliamento – come gonne, top e canottiere, camicie vestiti e così via – e accessori come fasce per capelli, sciarpe e mascherine.

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Kente

Stoffa di seta e/o cotone fatto con strisce di tessuto trecciate, il Kente è originario dell’etnia Akan del Ghana occidentale ed è indossato in tutto il territorio africano. Il Kente è considerato una stoffa reale e sacra per gli Akan – in passato era il tessuto usato dai re – e viene indossata solo in avvenimenti importanti.

Il Kente si caratterizza per i suoi disegni: il popolo Akan sceglie i panni per la creazione della stoffa in base ai nomi, ai colori e ai modelli, anche se la maggior parte dei tessuti manca di correlazione tra aspetto e nome. I nomi derivano da proverbi, eventi storici, capi importanti e così via, e non sempre l’aspetto rispecchia il suo alto valore.

Il tessuto Kente può essere utilizzato per realizzare capi sia maschili che femminili.

Shweshwe

Le prime produzioni della stoffa Shweshwe furono realizzate in Occidente e solo nell’Ottocento cominciò a essere prodotta dalle popolazioni del Sudafrica. La leggenda narra che nel 1849 i missionari francesi portarono al loro sovrano, il re Moshoeshoe, un panno color indaco. Questo fu chiamato inizialmente Shoeshoe in onore del re, per poi prendere la denominazione Shweshwe.

Lo Shweshwe – letteralmente tradotto come tessuto stampato con colore indaco – viene così chiamato proprio per questa sua particolarità. Inizialmente tutti i tessuti prodotti erano di questo colore e solo successivamente si presero in considerazione altre tonalità. La sua particolarità è che presenta sempre stampe e motivi geometrici.

Ad oggi la Da Gama Textiles, la cui attività comprende tessitura, tintura, stampa e finitura dei cotoni, è uno dei più grandi produttori di Shweshwe grazie ai suoi 65 anni di esperienza nel settore tessile. Il logo Three Cats, presente in tutte le stoffe della CLOY Collection, è simbolo di originalità e di alta qualità.

Lo Shweshwe, tessuto composto da cotone al 100%, è utilizzato sia per realizzare capi d’abbigliamento – vestiti, top, camicie, gonne, ecc. – sia per la creazione di accessori per capelli e borse.

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Adinkra

La storia narra che i simboli contenuti della stoffa Adinkra siano originari di Gyaman, un antico regno residente nella Costa d’Avorio moderna. Secondo la leggenda Ashanti, Adinkra era il nome di un re del regno Gyaman – nome completo Nana Kofi Adinkra – che, durante il conflitto militare tra le popolazioni Ashanti e Gyaman fu sconfitto e catturato in battaglia.

Si narra che il conflitto fu causato dal regno Gyaman che avrebbe cercato di copiare lo sgabello d’oro del regno di Ashanti, gesto imperdonabile dato che rappresentava il simbolo della nazione.

Sempre secondo la leggenda, il re Nana Adinkra indossava una stoffa a motivi geometrici, che fu presa come trofeo da Nana Osei Bonsu-Panyin, il re Ashanti. Grazie alla veste la popolazione Ashanti conobbe la bellezza della stoffa in cotone dai disegni geometrici. Adikara aduro è, per l’appunto, l’inchiostro speciale utilizzato per la stampa.

In Costa d’Avorio gli abiti realizzati con il tessuto Adkira vengono indossati sia in occasioni di funerali, dove ci si veste di rosso mattone, di nero o marrone scuro, sia in occasioni festive, dove si indossano abiti di colore bianco con fantasie colorate.

Ad oggi vengono prodotti capi utilizzando il tessuto Adkira anche se in minor quantità rispetto alle stoffe precedenti.

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